Quando l’elisoccorso italiano potrà volare anche di notte?

Domenica scorsa (17 Febbraio) sul Monte Massone è morta Silvia Strola. L’incidente è avvenuto alle 14.30. Il suo corpo è stato recuperato verso le 23.

  
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Perché in Italia gli elicotteri del soccorso non sono abilitati al volo notturno? Per l’ennesima volta l’interrogativo è ritornato attuale con la tragedia di domenica scorsa (17 Febbraio) sul Monte Massone e la morte di Silvia Strola. L’incidente è avvenuto alle 14.30. Il suo corpo è stato recuperato verso le 23. Era in condizioni disperate ed è deceduta poco dopo. Naturalmente l’intervento notturno è stato effettuato da un elicottero della Rega, il soccorso svizzero.
In passato, Guido Bertolaso, direttore della Protezione Civile, aveva cercato invano di adeguare la normativa a quanto avviene nel resto d’Europa. A chi gli chiedeva di sollecitare una soluzione del problema, rispondeva sconsolato e anche irritato: "È incredibile, ma nonostante tutti gli sforzi continuo a cozzare contro un muro". La solita burocrazia o altri veti davvero incomprensibili? Il gap è rimasto.
Fortunatamente l’Ossola e il Verbano confinano con la Svizzera. Quello di domenica non è stato il primo caso di collaborazione con la Rega. A Macugnaga gli elicotteri dell’Air Zermatt (che in Vallese opera per la Rega) hanno salvato diversi alpinisti. Anche di notte, confermando una professionalità e un’esperienza eccezionale, come quando sono atterrati sfruttando un esile squarcio nella nebbia. In un’altra occasione hanno tratto in salvo in pieno giorno una cordata italiana sul Rosa, dopo che l’elicottero del 118 aveva rinunciato.
Forse, di fronte all'ultimo caso, solo la magistratura -aprendo un fascicolo - potrebbe dare la sveglia alle autorità (quali?) per abilitare gli elicotteri del soccorso al volo notturno, mettendole di fronte alle loro responsabilità. È penalizzante sentire i commenti svizzeri: "Ci tocca venire in Italia a salvare la gente con gli elicotteri Agusta che acquistiamo da voi!". Un’altra questione relativa agli interventi della Rega riguarda i costi. È evidente che l’elicottero è caro e in queste occasioni non si possono risparmiare i minuti. Talvolta le ricerche durano giorni interi. Naturalmente in Piemonte tutto è gratis, anche per i "fungiatt" lombardi. E poi ci lamentiamo della voragine della sanità. Una decina di anni fa, con l’accordo del capo del soccorso alpino ossolano, Felice Darioli, il Cai Macugnaga aveva proposto in un’assemblea interregionale del Club di imporre almeno "una tassa di chiamata", esattamente come avveniva già in valle d’Aosta e in Alto Adige. La proposta non fu appoggiata da nessuno.Comunque il risparmio per gli utenti degli elicotteri c’è: basta iscriversi al Cai e l’assicurazione è assicurata. Nell’Ossola (e non solo) parecchi alpinisti versano anche la quota assicurativa della Rega: 30 franchi svizzeri (25 euro). È una doppia cautela. E gli interventi non costano nulla.
L’hanno imparato anche i "fungiatt" lombardi che fanno razzia sulle montagne svizzere.
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